SCIENZA TECNOLOGIA E SOCIETÀ

C’è un venticello che spira da alcuni anni nei dibattiti ed in tutto il mondo dell’informazione, un venticello che sta diventando una tempesta che investe tutti gli aspetti della nostra vita, dalla medicina alla politica e che stravolge anche in maniera contradditoria il nostro modo di pensare e di vivere le scelte che facciamo .

Questa tempesta perfetta si chiama “Paura della SCIENZA” ed assume sia il carattere della paura che della diffidenza in tutte le sfumature che l’informazione e la nostra cultura ci consentono di gestirla .

Cerchiamo di capire come nasce questo rifiuto e come si intrecci anche in maniera conflittuale con la nostra visione del mondo e con le incessanti, incomprensibili e rivoluzionarie scoperte che si susseguono senza che si possano adattare al nostro livello di coscienza e conoscenza.

Tutto questo poi si alimenta anche con il carattere molto spesso opaco che c’è dietro le scelte economiche e le  lobby industriali che utilizzano in maniera strumentale l’etichetta di scientificità per fare solo profitti anche a spese della salute della gente.

Emerge dunque la necessità di fare chiarezza sul significato del termine “scientifico” che viene utilizzato in maniera strumentale e impropria in ambiti diversi , dalla politica alla teologia, per stendere una patina di verità sulle più diverse affermazioni e posizioni .

La scienza non è la verità, la scienza è un metodo, democratico perché basato sulla verifica dei fatti e non sul prestigio dell’interlocutore, che ha dimostrato a partire da Galileo che la verità è solo un processo di crescita della conoscenza e questo processo è , con tutti i limiti, lo strumento che ha permesso all’umanità di vincere malattie e fame.

Si può e si deve discutere sulle consistenza delle prove e, a maggior ragione, sulle strade che la ricerca percorre e sui fini che persegue ma sul metodo no per il semplice fatto che se tutto diventa opinione allora tutto è opinabile ed inconsistente e noi non ce lo possiamo permettere come singoli e come esseri umani .

Questo articolo nasce anche dalla lettura del bel libro “Paura della scienza” scritto da Enrico Pedemonte.

Lo schema esplicativo si sviluppa a partire dalle contrapposizioni che si realizzano tra i soggetti che di volta in volta si contrastano e questo sarà il filo di Arianna che seguirò .

La religione e la scienza

Si dirà che parto dall’ovvio ed è anche scontato, ma quello che emerge è un mondo capovolto ma con una struttura organizzativa, economica ed ideologica che è perfettamente coerente ed adeguata ad un moderno partito politico.

In America c’è un pezzo di territorio definita “La cintura della bibbia” dove la destra cristiana ha la grande maggioranza e pensa OGGI che la teoria evoluzionistica di Darwin sia un eresia .

The Attack on Evolution:On the SixthDay.Post modernism, “The Economist” 05/10/2002

In Kentucky esiste  il Creation Museum costato 27 milioni di dollari e suddiviso in sezioni che rappresentano alla lettera la storia della creazione secondo la bibbia e cioè che la creazione durò sei giorni e il mondo fu creato 6000 anni fa con i dinosauri che popolavano la  Terra ai tempi di Carlo Magno e qui di seguito vediamo la foto della riproduzione dell’arca di Noè.

Esiste l’associazione “Answers in Genesis” che affronta la questione filosofica centrale.

Gli scienziati cercano le risposte nella natura mentre i creazionisti le trovano nella bibbia ed adattano le leggi della fisica alla bibbia.

Ad esempio se le analisi con i radioisotopi fanno risalire l’età dei dinosauri a milioni di anni come è possibile ritenere che i dinosauri si siano estinti solo alcune centinaia di anni fa ?

La risposta farlocca è che Il decadimento radioattivo, che ci permette di datare i fossili,  un tempo fosse stato milioni di volte più veloce di adesso e il tempo misurato non è lo stesso e milioni di anni diventerebbero centinaia di anni,  e quindi le leggi della fisica non sono le stesse nel tempo ma vengono cambiate per adattarle e renderle compatibili con la bibbia.

Ovviamente senza  nessun riscontro scientifico reale insomma nessuna prova.

E qui si capisce che la discussione ed il confronto non si basano sulle prove.

Il criterio della PROVA sperimentale non è accettata, i fatti non sono un metodo per la verità.

La verità è tutta e solo nella bibbia.

Vediamo da cosa  nasce questa incredibile visione della realtà che pensavamo fosse stata archiviata con Galileo.

In America su 100 milioni di votanti c’è almeno un terzo dell’elettorato che si riconosce in una visione religiosa strettamente tradizionale ed i poteri politici di riferimento devono essere omogenei a questa visione e quindi la legislazione conseguente non può che tradurla in leggi .

Alcuni studiosi sostengono che il moderno fondamentalismo religioso si sia sviluppato in particolare per l’opposizione all’insegnamento delle teorie evoluzionistiche nelle scuole.

K.W Giberson,,R.J. Stephens : The evangelical rejection of reason, the New York Times 17/10/2011

Ma esiste anche un aspetto economico dell’utilizzo delle teorie di Darwin e fu il biologo e filosofo Spencer a sostenere la liceità del “capitalismo predatorio” come la sopravvivenza del più adatto nella competizione economica dando smalto alla destra laica che così giustificava le differenze di classe e quelle razziali e quindi contrastare questa teoria significava opporsi alla scienza.

Khan Academy: Social darwinism in the gilded age

R. Hofstadter: Social Darwinism in american thought 1860-1915 University of Pennsylvenia press 1944.

Queste falsificazioni della scienza erano portate avanti anche a livello accademico da Summer docente di scienze politiche all’università di Yale.

Si dirà che oggi su questioni puramente scientifiche esistono strumenti che non possono essere messi in discussione perché basati su fatti, esperimenti verificabili, eppure questo criterio non è sempre sufficiente perché la maggior parte delle scelte che possiamo fare è sempre all’incrocio fra i nostri sentimenti, la nostra educazione e le nostre paure e quindi la scelta  non corre su binari definiti e precisi ma ci presenta una prateria con mille strade percorribili e non sempre l’esperienza è la luce e fatti ed opinioni si sovrappongono e si confondono.

Questo però non deve portare a rinnegare il ruolo della scienza nel definire i limiti e la distanza fra i fatti e le opinioni personali .

Credere o meno in dio è una scelta libera ed insindacabile ma credere alla coesistenza di Carlo Magno ed i dinosauri è una scemenza.

Come si vede la storia sta a dimostrare che non sono i fatti a determinare le decisioni che definiscono le scelte politiche ma sono  le nostre pregresse e profonde convinzioni e i nostri interessi materiali a deformare la nostra percezione della realtà .

La nostra educazione e le nostre relazioni emotive ed economiche curvano la nostra percezione del giusto e del lecito e noi adattiamo la realtà a questa visione così come avviene quando le religioni diventano il metodo  egemonico di spiegare la realtà.

A questo scopo è possibile leggere l’articolo seguente :

Cosa significa capire e perché capiamo la realtà che ci circonda – Uomo e tecnologia

I creazionisti costruiscono una nuova pseudoscienza, in grado di confermare il testo letterale della Bibbia.

Si rifugiano in una realtà immaginaria per ribellarsi a una società che minaccia la loro identità culturale mettendo al bando o ridefinendo i limiti  dell’insegnamento religioso nella scuola, che consente l’aborto, che accetta l’omosessualità e promuove la parità uomo donna.

Per loro i fatti perdono importanza, le conquiste sui diritti civili con la prevalenza o la separazione dell’umano dal divino sono inaccettabili, contano solo la loro visione del mondo, la loro filosofia, i loro principi generali.

La scienza è lo strumento più efficace per definire , controllare e falsificare alcune affermazioni e quindi contestare il consenso scientifico è diventato una autodifesa della propria identità minacciata dalla cultura laica emergente nelle società moderne.

R. Wright: The perversion of Darwinism “The New York Times 31/7/1944

Industria e scienza

La radioattività è un esempio molto illuminante per mostrare in che modo la ricerca scientifica, con tutto l’apparato propagandistico che si porta dietro, sia stata spesso utilizzata dall’industria come specchietto delle allodole per generare nuovi business.

Nei primi anni del ventesimo secolo il radio , che è un milione di volte più radioattivo dell’uranio e al buio brilla di luce propria, era considerato una sostanza magica dotata di poteri taumaturgici e quando la scienza si contamina con la magia le conseguenze possono essere catastrofiche.

La suggestione legata alla scoperta di una sostanza magica alimentò la leggenda che questa sostanza potesse essere, con le radiazioni che emette, la soluzione a molti mali, insomma uno strumento per potenziare il corpo umano.

Si ipotizzò che le radiazioni avessero la capacità di trasmettere pensieri a distanza direttamente nel cervello e si ipotizzò che si potessero intercettare i pensieri delle persone , alla Sorbona di Parigi nel 1909 venne istituito un comitato per fotografare l’invisibile .

Nel 1911  un impresario incominciò ad utilizzare il radio per curare la tubercolosi , nel 1913 la Standard Chemical Company aprì una clinica proponendo una terapia che usava il radio in bevande, iniezioni e gas inalante per curare le malattie più disparate.

Vennero venduti prodotti al radio come creme per la pelle, burro di cacao, sali da bagno liquidi per lavaggio degli occhi, dentifrici. In Francia il radio venne aggiunto ai rossetti per le labbra e alle supposte per le erezioni maschili. Il radio divenne il nemico di tutte le malattie compreso il cancro.

Le ragazze del radio (in inglese: Radium Girls) furono un gruppo di operaie che subirono un grave avvelenamento da radiazioni di radio, contenuto nella vernice radioluminescente utilizzata come pittura per quadranti nella fabbrica di orologi della United States Radium Corporation

B. Freese: Industrial strenght denial University of California press 2020.

C. Clark: Raddium girl Univesity of North Carolina press 1997

H.H. Rusby: Radium, a wonderful stimulation of farmer’s crops The New York Times 25/10/1914

A supporto di queste scelte criminali ci furono anche alcuni accademici come il preside della Columbia University che esaltò l’uso della radioattività in agricoltura e non servirono gli allarmi che incominciarono ad emergere con esperimenti che evidenziavano non solo l’inconsistenza scientifica delle pozioni al radio ma anche la pericolosità mortale dell’uso incontrollato della radioattività.

Nel 1924 viene inventato uno strumento , il pedoscopio, con il quale, attraverso le radiazioni, si potevano vedere le ossa del piede infilate nella scarpa che si andava a provare nel negozio di scarpe e quindi stabilire la bontà dell’acquisto.

Bisogna arrivare al 1946 con il Nobel a Mueller con la scoperta che le radiazioni possono indurre mutazioni nei cromosomi perché emerga e sia riconosciuta la pericolosità delle radiazioni.

Il radio e la radioattività erano diventati i pilastri di prodotti  diversi e quindi di industrie diverse e il business non poteva tollerare che ci fossero ostacoli e quindi iniziarono le manovre di aggiramento con il metodo di “Non ci sono prove sufficienti” con il supporto di “Esperti” compiacenti che avevano il compito esplicito di invalidare tutte le prove ed i dati che confermassero la pericolosità del prodotto.

B.Freese :Industrial strenght  denial University of California press 2020

Le tecniche di disinformazione sono state e sono la regola adottata dall’industria almeno dagli inizi del 900 a oggi per replicare alle accuse di inquinare l’ambiente e danneggiare la salute dei cittadini.

Altro esempio paradigmatico del metodo “non ci sono prove sufficienti” si è avuta con l’industria del tabacco.

Che il tabacco fosse causa di cancro al polmone si sapeva dagli anni trenta per studi di scienziati tedeschi ma fu negli anni cinquanta che per gli studi dello Sloan Kattering Institut di New York che l’informazione emerse anche a livello della stampa e questo allarmò le multinazionali del tabacco che passarono all’attacco avviando una serie d operazioni di disinformazioni affidate a società di pubbliche relazioni , stampa e televisione, e investendo cifre colossali per il metodo “Non ci sono prove sufficienti”.

P. Brodeur :In the face of doubt The new Yorker 02/06/1986

Bisogna arrivare al 1969 per mettere al bando la pubblicità alle sigarette ma la battaglia delle multinazionali proseguì con il metodo di arruolare scienziati compiacenti che dovevano e devono creare dubbi sulla fondatezza delle prove  per tutte le situazioni in cui industrie che producono beni hanno un impatto dannoso sulla salute dei cittadini .

Questo metodo ha un riscontro politico definito attraverso l’ideologia del “Lassaiz faire” che si  scaglia contro ogni forma di regolamentazione della produzione industriale che condizioni un capitalismo rampante che ritiene che un certo tasso di morbilità nella salute pubblica sia accettabile in nome di quello che viene definito “progresso”.

Nature  :T.Eliassi-Rad et al. :What science can do for democracy  10/07/2020

Il problema fondamentale che investe tutta la sfera della nostra visione del mondo e financo del bene e del male è legato alla definizione del termine “progresso” che viene utilizzato quasi sempre per giustificare il degrado ambientale, la deforestazione, gli allevamenti intensivi , insomma tutte le forme dell’uso tossico del progresso tecnologico.

Il problema non è la tecnologia e la scienza, il problema è che il progresso deve avere al centro il benessere dell’uomo e non quello delle società commerciali senza con questo demonizzare  lo  sviluppo economico della società.

Quindi la strategia del negazionismo scientifico diventa uno strumento di lotta politica in cui si contrappone falsamente la salvaguardia della salute alla struttura politica ed economica.

Questi metodi si sono avuti con il problema dell’ozono ed oggi si ripresentano in maniera ancora più devastante con il fenomeno del riscaldamento globale e tutti i tentativi di ridurre le emissioni di gas serra legati all’uso dei combustibili fossili sono anche visti come un attacco alla struttura capitalistica della società e le proposte degli ambientalisti vengono etichettati come un attacco alla libertà individuale dei cittadini ed al loro stile di vita.

Secondo la rivista Nature nei soli USA tra il 2000 e il 2016 vengono spesi oltre 2 miliardi di dollari in attività di lobbyng volte a negare l’esistenza del global warning.

Sulla rivista Scienze esce un articolo (2002) firmato da dieci accademici che accusa il ministro della salute  Thomson di aver sostituito quindici dei diciotto scienziati del comitato di consulenza scientifica della salute con scienziati legati con industrie chimiche e petrolifere.

Il risultato di tutta questa storia è che nell’opinione pubblica monta una sfiducia nei confronti del mondo della ricerca e degli scienziati che appaiono divisi senza che il pubblico possa distinguere fra le tesi contrapposte in base all’autorevolezza dei protagonisti ed alla consistenza delle prove presentate.

D. Michaels: Doubt is their product Oxford University press 2008

Queste incertezze si riversano, come già detto, in posizioni politiche in cui i conservatori tendono a negare la gravità del global warming e in progressisti ad affermarla.

Chi condivide le idee negazioniste fa spesso riferimento a una generica teoria della cospirazione del riscaldamento globale. Questa sostiene che la scienza dietro il cambiamento climatico è stata inventata o distorta per ragioni ideologiche o finanziarie. Questa teoria del complotto è spesso supportata da rapporti scettici sul riscaldamento globale: secondo una ricerca scientifica del 2016, più del 90% dei documenti dubbiosi sul climate change provengono da think tank vicini ad ideologie conservatrici. Si tratta di ricchissime lobby come l’Heartland Institute, la Cooler Heads Coalition, il Cato Institute o l’Heritage Foundation. Solo per dare un’idea, secondo un’analisi del sociologo Robert Brulle, tra il 2003 e il 2010   140 fondazioni hanno mosso 558 milioni di dollari per finanziare oltre 100 organizzazioni di stampo negazionista. Da dove arrivano questi fondi? Principalmente, da aziende legate ai combustibili fossili. Finanziatori come la Koch Family Foundation, British Petroleum, la Shell o la ExxonMobil. Quest’ultima in particolare è stata oggetto di un’inchiesta giornalistica nel 2016 che ha rivelato come fin dal 1981 la Exxon fosse a conoscenza degli effetti potenzialmente ‘catastrofici’ per il clima delle emissioni da combustibili fossili.

Questa polarizzazione della contrapposizione ha trovato poi ulteriore alimento con la nascita del web che con il passare del tempo si è poi dimostrato uno strumento formidabile per creare e moltiplicare le nicchie di dissenso , ma il problema non è il dissenso in sé che può essere la fonte di un pensiero critico, il problema è che il pensiero critico deve essere strutturato ed accompagnato da fatti e riscontri e non può, come avviene nella realtà del web, affermare che la Terra è piatta.

W. Davies Nervous: States:democracy and decline of reason W.W. Norton & company  2008

  La medicina non è una scienza esatta

Mentre infuriava la pandemia Covid-19, le previsioni sbagliate, le dichiarazioni discordanti o addirittura contrapposte di virologi, immunologi, epidemiologi, infettivologi, biologi, genetisti, clinici e medici, hanno fatto discutere . Tra i delusi nella speranza di una verità sfuggente si è aperto un dibattito che con diversi toni e accenti ruotava intorno ad un’antica questione: ma la medicina è una scienza? E andando oltre: è una scienza esatta al pari delle scienze dure (fisica, matematica, biologia)?

La storia della medicina dimostra che il problema del processo di accreditamento della medicina come scienza esatta non ha avuto , e non poteva avere, quello sviluppo  che in fisica è nato con Galileo per aver esplicitamente introdotto il metodo scientifico detto anche “metodo galileiano” o “metodo sperimentale” ed il metodo sperimentale si fonda sui dati ricavati dagli esperimenti condotti in maniera rigorosamente uniforme e con risultati verificabili espressi in forma matematica, a parità di condizioni, in ogni luogo e indipendentemente soggetti che sperimentano.

La medicina ha per oggetto sperimentale l’essere umano nelle sue diverse e variegate condizioni biologiche e psicologiche e pertanto viene meno la standardizzazione dell’oggetto dell’esperimento.

I medici che lavorano attualmente sono medici formati e cresciuti sul paradigma positivista per il quale è vero solo quello che viene dimostrato (evidenze scientifiche); quello che viene dimostrato è applicabile alla totalità dei casi (linee guida) rendendo di fatto la malattia standardizzabile e i risultati delle cure misurabili. Tutto ciò che non rientra nel canone scientifico va considerato privo di valore.

 Questo problema ci riporta alla necessità di coniugare la verificabilità dei risultati  con la variabilità biologica degli esseri umani ed è questo che con la moderna medicina si fa attraverso i protocolli, le linee guida, la standardizzazione delle procedure che in fondo stanno garantendo un approccio alla malattia uguale o quasi in ogni parte del mondo sviluppato.
 
Per una donna con un tumore alla mammella le possibilità di intervento e di guarigione sono identiche in ogni parte dei paesi moderni, una polmonite si cura in egual modo in tutto il mondo.

Risulta evidente che i progressi conseguiti sono stati straordinari se si pensa alla medicina dei salassi e a quella legata a credenze religiose e pratiche magiche e si arriva oggi alla guarigione da malattie terribili con i vaccini e malattie rare con l’uso dell’ingegneria genetica.

Tutto questo deve comunque convivere con un sentimento diffuso di scetticismo o anche di negazione dell’efficacia delle cure come se i casi in cui la medicina non risolve la malattia inficiassero progressivamente a macchia d’olio tutto il meccanismo di cura .

È sicuramente difficile convivere con l’incertezza, soprattutto quando si tratta della propria salute. La richiesta di un numero esagerato e inappropriato di analisi e indagini strumentali, spesso pretese dai pazienti, dipende dalla difficoltà di accettare l’incertezza.

La storia dei vaccini con la pandemia di Covid-19 è l’esempio recente più eclatante di questo rifiuto.

Ma in questa campagna di messa in discussione di alcuni aspetti della moderna medicina non dobbiamo pensare che siano contrapposti due mondi nettamente separati, il pubblico e gli scienziati, come fra il male ed il bene perché c’è in giro anche tanta cattiva scienza di scienziati preoccupati dalla smania di pubblicare documenti poco o per nulla supportati da dati attendibili e generalizzabili per ottenere attenzione e premi alla carriera.

Autismo e vaccini: un esempio di falsa scienza

Il caso Wakelfield

Wakelfield è un gastroenterologo che nel 1998 pubblica sulla rivista “The Lancet” un articolo che ipotizza che il vaccino trivalente possa predisporre a gravi regressioni comportamentali come nell’autismo, malattia di cui non si conosce la causa ma che presenta un inspiegabile aumento dei casi fra gli anni sessanta e novanta.

L’ipotesi suscita grande interesse e grande clamore perché ovviamente promette una  facile soluzione ad un problema grave.

L’accostamento vaccini – autismo genera subito perplessità nel mondo scientifico ed è la stessa rivista nel 1999 a pubblicare un articolo in cui si evidenziano i limiti della ricerca ovvero un numero troppo basso di casi studiati, appena 12, e alcune deduzioni logiche che appaiono poco consistenti.

Fioriscono le polemiche ma grazie ad Internet la paura si è ormai diffusa.

Sulla stessa rivista uno studio successivo pubblicato relativo a 498 bambini autistici emerge che non c’è nessuna correlazione fra autismo e vaccini.

Nella comunità scientifica emerge progressivamente un generale consenso che non esista alcun legame fra vaccini e autismo. I più ritengono che andrebbe verificata la possibile origine genetica della malattia.

Bisogna aspettare fino a Febbraio del 2010 perché il direttore della rivista The Lancet si decida a ritirare l’articolo affermando che ormai è diventato chiaro che diversi elementi del documento non erano corretti .

Il risultato di questa falsa scienza è però terribile perché alimenta in vasti strati di popolazione l’idea che la scienza mente, o perlomeno, che non è affidabile, che ci siano complotti gestiti dalle grandi corporation farmaceutiche per fare profitti a spese della salute della gente.

Si generalizza un problema vero di credibilità della scienza addossando a tutta la comunità scientifica ed a tutta l’industria farmaceutica l’intenzionalità dell’inganno e della frode .

La prestigiosa rivista Brain ha pubblicato recentemente un lavoro internazionale, guidato dall’Università di Torino, che fornisce nuove prove sulle basi genetiche dell’autismo.

Studio di UniTo scopre un nuovo gene responsabile dell’autismo – Le Scienze

Emerge anche che il direttore della rivista ha beneficiato del clamore della notizia per focalizzare più attenzione e più interesse sulla rivista evidenziando un problema più generale della comunicazione scientifica che è sempre più condizionata dalla necessità di fare notizia più  che scienza così come per i ricercatori   di fare pubblicazioni per cercare di scalare la soglia della rilevanza scientifica internazionale.

Risulta evidente che pretendere che il pubblico sappia discernere la qualità della comunicazione scientifica confrontando l’autorevolezza delle fonti sia, in generale, una pretesa mal riposta così come risulta pericoloso per la democrazia il monopolio dell’informazione che viene gestita dalle piattaforme tecnologiche e questo diventerà un problema sempre più dirompente per l’emergere di un nuovo strumento  informatico etichettato come Intelligenza Artificiale, AI, che nelle mani di pochi addetti ai lavori potrebbe rendere irrilevante una grande fetta di umanità e rendere le democrazie liberali un involucro vuoto .

Un commento Aggiungi il tuo

  1. haagrf ha detto:

    Questo articolo riassume chiaramente e in maniera completa l’attuale situazione conflittuale tra scienza e e una parte della pubblica opinione. Anche se il problema ha origini lontane sicuramente l’arrivo delle social media ha peggiorato la questione in quanto sono venuti a mancare i filtri posti in essere dai media tradizionali. Siamo tutti esperti. Poi il sempre piu’ basso livello di istruzione toglie gli strumenti necessari al pubblico per valutare quello che leggono. Aggiungi anche la paura del futuro che abbiamo tutti quanti e si capisce perche’ le persone cercano un rifugio nelle certezze della religione o delle teorie del complotto. Perche’ in effetti la cosa che separa la scienza da tanti altri sistemi di pensiero o modi di rapportarsi alla realta’ e’ proprio che non ci sono verita’ assolute. Con sufficiente evidenzia a favore si possono ribaltare le nozioni piu’ ‘sicure’, mentre con le religioni la correttezza dei principi non si possono mettere in dubbio.

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